Pirati dei Caraibi Wiki
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Anne Mary Crew

Una ciurma di pirati si spartisce il bottino.

L'età d'oro della pirateria, a volte indicata come l'era della pirateria o l'età dei pirati, era il nome dato all'epoca di maggior sviluppo del fenomeno della pirateria nella regione dei Caraibi e nell'Oceano Atlantico. Ebbe inizio intorno al 1550 e terminò verso gli anni 1730. Lo sviluppo della pirateria fu dovuto al fatto che in quell'epoca solcavano gli oceani moltissime navi mercantili cariche di merci e che promettevano preziosi bottini.

Storia[]

Origini e cause[]

In seguito alla spedizione di Cristoforo Colombo nel 1492 e ai conseguenti viaggi di scoperta delle Americhe, furono gli spagnoli, all'inizio del XVI secolo, i primi a fondare colonie e a depredare i paesi dell'America centrale e meridionale. Tra il XVI e il XVIII secolo, le navi mercantile spagnole viaggiavano regolarmente attraverso l'Atlantico con enormi carichi di tesori in oro sottratti agli indigeni e con i profitti in oro e argento provenienti dalle miniere della "Nuova Spagna". Poco tempo dopo, anche avventurieri francesi, olandesi e inglesi cominciarono a solcare l'Oceano Atlantico, spesso incaricati dai governi della loro patria, ma comunque desiderosi di accaparrarsi una parte delle ricchezze.

Anche le navi mercantili portoghesi intraprendevano ogni anno il viaggio lungo otto settimane attraverso l'oceano per portare in Europa le ricchezze delle colonie del Brasile, soprattutto il prezioso zucchero, ma anche pellicce, monete e gioielli d'oro e d'argento. La costa della Guinea, che fu battezzata anche "Costa d'oro", era cosparsa di insediamenti commerciali in cui venivano imbarcati i tesori dell'Africa: oro, pietre preziose, avorio e anche molti schiavi, alla volta di Europa e America.

Il grande traffico di ingenti ricchezze, dunque, portò molti uomini di mare di varie nazionalità ad attaccare le navi mercantili e a depredarne i tesori, sperando di ricavarne dei profitti personali.

L'età dei pirati[]

Secondo Elizabeth Swann, l'età della pirateria era caratterizzata dalla capacità di un pirata di navigare "acque libere", probabilmente indicando che questa era iniziata con l'prigionia della ninfa del mare Calypso da parte del primo concilio della Fratellanza Piratesca, liberando i Sette Mari dal suo controllo.

Mappa Caraibi 1715

Mappa del Mar dei Caraibi, 1715.

Le isole del Mar dei Caraibi erano il territorio di caccia più amato dalla maggior parte dei pirati data la loro posizione nelle vicinanze delle rotte commerciali più importanti tra America centrale e meridionale ed Europa. Sull'isola di Hispaniola si erano stabiliti dei coloni francesi che vivevano della caccia di vitelli e maiali. Erano conosciuti perché affumicavano le carni secondo il metodo usato dagli indigeni e furono così chiamati "bucanieri" (da boucan, la griglia utilizzata per l'affumicatura di queste carni). All'apice dell'età d'oro della pirateria, venne fondata poi la Fratellanza Piratesca, una congregazione dei più importanti pirati prima dei Caraibi, poi di tutti i Sette Mari.

Tra i principali porti frequentati da pirati, bucanieri e filibustieri si ricordano la piccola isola di Tortuga, la misteriosa città di Libertalia (in Madagascar) la colonia spagnola poi inglese di Port Royal (in Giamaica) e la Baia dei Relitti, sull'Isola dei Relitti, covo più importante dei pirati nonché sede delle assemblee della Fratellanza. Dei più illustri pirati e filibustieri che scatenarono il terrore dei sette mari si ricordano: Henry Morgan, Edward "Barbanera" Teach, Bartholomew Roberts, Jack Rackham, Anne Bonny, Mary Read, Jack Sparrow, Hector Barbossa e Sao Feng.

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